Cibernetica della cibernetica
Appunti da "L'Estetica del Cambiamento”
di Bradford Keeney
Capire il capire = delineare un'epistemologia che includa l'osservatore nelle sue osservazioni, lo scienziato nella sua scienza, il terapeuta nel processo di cambiamento.
Per fare questo Keeney riunisce le nozioni della logica autoreferente, della casualità circolare, della teoria delle funzioni ricorsive, che fanno parte di una cibernetica applicabile a se stessa, una cibernetica della cibernetica.
Il solipsismo ingenuo (che sostiene che il mondo, quale lo conosciamo, è interamente costruito da noi) e il realismo ingenuo (ci sarebbe fuori un modo reale che i nostri sensi modellano interiormente) sono sguardi parziali dell'intero quadro.
Keeney si propone di scoprire i patterns che connettono i due versanti di questa distinzione.
Ogni osservatore deve scegliere se concepirsi come il centro di un mondo solipsistico o come inserito in un'ecologia di altri osservatori autonomi.
L'epistemologia si occupa delle regole che presiedono alla cognizione, del come gli organismi (singoli o aggregati) conoscono, pensano e decidono.
Ci troviamo ad uno stadio di transizione tra due realtà:
Metafora: anche se gli astronomi hanno dimostrato che la Terra ruota, noi continuiamo ad avere la percezione del calare e del sorgere del sole. Vedere nella famiglia un organismo anziché una raccolta di individui è qualcosa di simile.
Bateson "dal punto di vista intellettuale posso fare un'esposizione ragionata del nuovo modo di pensare, ma se mi metto ad abbattere un albero penso ancora che è 'Gregory Bateson' che sta abbattendo l'albero. Io sto abbattendo l'albero. Me stesso è ancora per me un oggetto troppo concreto."
Tutti gli individui hanno in comune la fondamentale operazione epistemologica del fare distinzioni, (o punteggiare, es: il topo addestra lo sperimentatore a dargli da mangiare ogni volta che tocca una certa leva).
L'atto epistemologico fondamentale è la creazione di una differenza.
Varela: "distinguere da modo di creare confini fisici". Un modo può essere percepito in infiniti modi a seconda delle distinzioni che stabiliamo (es: lo scenario uomo-mazza-palla può essere descritto ordinando la sequenza secondo cui le palle fanno si che le mazze vengano colpite).
Un sistema è cibernetico se 1) l'organizzazione è ricorsiva, 2) se il processo ricorsivo comporta una autocorrezione.
La cibernetica concentra l'attenzione sull'organizzazione circolare o ricorsiva di questi eventi anziché su una delle particolari sequenze lineali.
L'osservatore prima distingue, poi descrive; una domanda, proponendo una distinzione, costruisce la propria risposta ("Dio esiste?" + i presupposti "vedi il gatto sul tetto?" dove che ci siano sia il gatto che la persona che vede sono presupposti).
Laing: I 'data' scientifici sono scelti arbitrariamente dalla natura dell'ipotesi già formulata, potrebbero essere più onestamente chiamati 'capta', o 'distinzioni scelte'.
Von Foerster "la percezione è più simile ad una atto di creazione come nella con-cezione, che un atto passivo come nella ri-cezione.
Per un terapeuta ciò significa che i dati che raccoglie su una persona sono uno dei modi con cui il contesto (di cui anche il terapeuta fa parte) viene costruito e mantenuto (quello che distingue la persona come oggetto conoscibile).
In altre parole: le distinzioni e le descrizioni del terapeuta creano la realtà della persona/oggetto di cui si occupa, es: impongono un certo modo di intendere il mondo (suoi elementi, sue leggi di relazione, sue dinamiche).
La forza delle distinzioni operate non sta tanto in quelle espresse ma in quelle che ha postulato inconsapevolmente, magari congelate e ingabbiate nelle espressioni verbali con cui pensa che modellano ricorsivamente la sua mappa mentale.
Compito dell'epistemologia è l'individuazione del modo in cui un particolare sistema specifica e mantiene certe forme di demarcazione. Rientra in questo compito anche il comprendere come il sistema giunge a sapere come sa.
Questa componente autoreferente forma epistemologie ricorsive a vari livelli logici: "come facciamo a sapere che un metodo è efficace?" "come facciamo a sapere di sapere che il metodo è efficace?" e via "come facciamo a comprendere di capire di sapere di conoscere?”.
Il terapeuta può solo costruire le proprie teorie su ciò che un altro terapeuta (o facenti funzione-ruolo) ha fatto prima di lui, in base a queste teorie farà qualcosa: ciò che lui sa sul modo di aiutare cambia il modo di aiutare, il che poi cambia ciò che sa sul modo di aiutare.
Ogni distinzione è fatta da un osservatore, l'osservatore fa una distinzione per un altro osservatore che può essere lui stesso. -> conoscere un mondo comporta almeno due sistemi che osservano.
L'osservatore osserva facendo distinzioni -> ciò che percepiamo è sempre conseguenza ad un atto con il quale facciamo una distinzione.
Le descrizioni sono distinzioni su quanto osserviamo: distinguiamo per osservare e poi lo rifacciamo per descrivere ciò che osserviamo, sono distinzioni su distinzioni.
Azione, percezione, descrizione, costruzione e rappresentazione si intrecciano ricorsivamente.
Ogni descrizione, anche quando si crede si riferisca ad un oggetto, si riferisce ad una relazione fra l'osservatore e la distinzione che ha fatto con cui ha creato l'oggetto.
Parafrasi di vari processi ricorsivi:
• Mitologia: la femmina genera il maschio che fertilizza la femmina
• Cognizione: la comprensione intuitiva pone le basi del pensiero logico che porta alla comprensione intuitiva
• Sistemi: una totalità è composta di parti che generano processi che integrano la totalità
• Terapia: un terapeuta cura un cliente che indirizza il terapeuta circa il modo di curarlo
• Terapeuta: un terapeuta orienta una persona che lo orienta circa il modo di orientarlo
• Punteggiatura: si fa una distinzione che distingue la distinzione che l'ha fatta
• Descrizione doppia: una descrizione di processo è classificata mediante una descrizione di forma che porta a una descrizione di processo
• Fare una distinzione: un osservatore fa un distinzione che mette in grado di fare distinzioni
• Ricursione: un processo torna al punto iniziale per segnalare una differenza che da modo al processo di tornare al punto iniziale.
La punteggiatura è una distinzione che considera uno dei due lati distinti come primario.
Watzlawick pensa alla radice di innumerevoli conflitti di relazione ci sia un disaccordo su come punteggiare la sequenza di eventi.
La punteggiatura è identica alla distinzione ma opera ad un livello di ordine di ricursione più alto.
I livelli logici: i paradossi si creano quando si confonde uno schema di riferimento con gli elementi che si trovano al suo interno, quando un'asserzione autoreferente oscilla tra l'essere un'asserzione o uno schema di riferimento circa se stessa.
Non possiamo sfuggire ai paradossi dell'esistenza derivanti dall'autoriferimento originato dal fatto di essere dei sistemi che osservano.
Il principio dormitivo è una rimanipolazione più astratta di ciò che si ha la pretesa di spiegare, ciò avviene quando la causa di un'azione è spiegata con una parola astratta: la denominazione stessa dell'azione. (Molière descrisse un esame di laurea in cui il candidato risponde al perché l'oppio faccia dormire dicendo che contiene un principio dormitivo).
Per inventare un principio dormitivo si parte dalla descrizione dei fenomeni da spiegare (es: lui tace, guarda l'interlocutore negli occhi, agisce ubbidendo) che possono essere classificate come una categoria di azioni (es: capacità di ascolto). Poi si pretende di spiegare queste particolari descrizioni come risultato dell'appartenenza alla categoria di azione.
Si usa un principio dormitivo quando si afferma che un'azione semplice viene causata da una categorie d'azione (da un calcio perché è aggressivo, decide in quanto ha attitudini decisionali).
Sono pseudospiegazioni che spesso perpetuano profezie autorealizzanti (se al bimbo la mamma ripete che è pigro, lui si adeguerà per amore della mamma).
Il principio dormitivo è un'assurdità epistemologica: cerchiamo di spiegare un sistema attribuendo ad esso descrizioni che non riguardano il suo ambito fenomenico, ma la sua relazione con altri sistemi.
Anche la situazione inversa, trattare categorie di azioni come se fossero azioni singole, può essere un modo di originare e mantenere un comportamento: le cose che sono categorie di azione o un contesto di azioni (es: delitto) non sono rinforzabili nello stesso modo dell'azione singola -> non si riesce ad abolire il delitto con la pena, si può addestrare ad 'alzare la gamba' ma non ad acquisire od estinguere contesti di azioni(es: l'esplorazione, la curiosità, la dipendenza).
Dire che una persona decide perché ha un'attitudine decisionale, che ascolta perché ha capacità di ascolto, che aggredisce perchè è aggressiva, significa invocare principi dormitivi.
Il nome non è la cosa denominata, e il nome del nome non è il nome. Posso vedere la persona che decide ma non la sua capacità decisionale, l'errore consiste nel passare da un'asserzione relativa a casi particolari, che possono essere visti, ad una astrazione che è oltre il visibile, ipotizzata 'dentro' la persona.
Solo mantenendo salda l'attenzione sulla relazione si impediscono i principi dormitivi.
Un'azione semplice (es: alzare un braccio) può far parte di diverse categorie d'azione (es: danza, esercizio scolastico, sport, militare), il denominarla con il nome della categoria vuol dire attribuirle un significato nell'ambito di un particolare contesto.
Il terapeuta può registrare alcune espressioni facciali, la respirazione …, espressioni che possono essere ascritte a una categoria, es: spavento o entusiasmo, ma non può pretendere di aver visto lo spavento o l'entusiasmo perché sono classificazioni di descrizioni dell'esperienza sensoriale e non possono essere percepiti direttamente.
Bandler e Grinder sottolineano come i problemi di molti clinici e clienti stia proprio in questa distinzione tra l'esperienza sensoriale e l'astrazione che le attribuisce significato.
Nel rapporto con noi stessi e con il mondo non abbiamo esperienza diretta delle percezioni, ma troviamo solo mappe di mappe.
Le relazioni sono simmetriche (competizioni, rivalità, emulazione reciproca, in cui le azioni di A spingono B ad azioni dello stesso genere) o complementari (autorità-sottomissione, domandare-rispondere, in cui le azioni di A e B sono diverse).
Relazioni incontrollate simmetriche o complementari portano ad una escalation, c'è invece equilibrio sano se si alternano (danze familiari e loro regole).
Questi fondamenti dell'epistemologia (fare una distinzione, punteggiare, segnare ordini di ricursione, servirci della descrizione doppia per descrivere una relazione cui essere attenti, individuare i livelli logici) sono sia descrittivi che prescrittivi perché hanno fra loro un nesso ricorsivo.
Spencer Brown: la casualità non è altro che l'assenza di uno schema riconosciuto. E' una contraddizione matematica dire che una serie non ha uno schema, tutt'al più si può dire che è molto improbabile che qualcuno vi cerchi uno schema. -> il concetto di casualità ha significato solo in relazione all'osservatore.
Cercare uno schema in una sequenza di azioni vuol dire trovarlo ad un livello logico più elevato detto 'interazione'.
Riconocere le relazioni cibernetiche non implica che dobbiamo buttar via gli interventi lineali (chi riuscirebbe a costruire un campo di calcio senza l'ipotesi che la terra sia piatta?) basta non dimenticare che questi sono archi parziali in modo da sintonizzare la nostra azione lineale sulle strutture ecologiche che collegano tutti i processi della vita.
L'epistemologia emerge dalla Creatura, la Creatura è la distinzione, nel Pleroma non c'è distinzione, dal suo punto di vista le distinzioni sono illusioni, maya. Ma per riconoscere che le distinzioni sono solo apparenti abbiamo fatto una distinzione, non potremmo cogliere l'intera Gestalt senza aver notato che è fatta di parti diverse, ed è impossibile distinguere le parti senza il presupposto di un tutto dal quale sono astratte -> il mondo che conosciamo non è né illusione né oggettività.
C'è semplice retroazione se c'è una rettifica del sistema, mentre c'è apprendimento se la retroazione è in grado di mutare il modello del comportamento stesso.
La retroazione positiva, per esempio l'escalation degli armamenti, in realtà rientra in una retroazione negativa d'ordine più elevato, la guerra nucleare può essere l'azione correttiva di un processo di retroazione positivo.
La comparsa di fughe in escalation in un sistema è la conseguenza dello schema di riferimento punteggiato dall'osservatore. L'ampliamento del proprio schema di riferimento permette di vedere la fuga come una variazione soggetta a ordine di controllo più elevati.
La cibernetica suggerisce che ogni cambiamento è lo sforzo di mantenere stabile una qualche costante, e che ogni costante è mantenuta attraverso il cambiamento.
Con la cibernetica semplice l'osservatore entra nel sistema fissandone l'obiettivo (il costruttore del termostato + il termostato + il contesto), con la cibernetica della cibernetica l'osservatore entra nel sistema fissando il proprio obiettivo (il terapeuta + il cliente + la valutazione del cliente rispetto al contesto di cui il terapeuta fa parte).
La cibernetica semplice ci ha fornito concetti come l'omeostasi e l'adattamento, mentre la cibernetica della cibernetica comprende i concetti di autoriferimento, autonomia, unità mentali di maggiore complessità.
La cibernetica della cibernetica non ci impone di sbarazzarci dei concetti della cibernetica semplice, è solo un ordine di ricursione più elevato, riguarda l'omeostasi dell'omeostasi, il controlo del controllo, la stabilità della stabilità, il cambiamento del cambiamento, la retroazione della retroazione.
La cibernetica semplice ci da visione di un sistema nel contesto degli input e degli output di vari altri sistemi, mentre la cibernetica della cibernetica ci mette in grado di parlare dell'autonomia di interi sistemi.
Il carattere di una persona non è altro che un sistema per rendere prevedibile il suo comportamento, per 'banalizzarlo' (Von Foerster).
Nella scuola lo studente comincia come un organismo imprevedibile, poi gli si insegna a dare prevedibili risposte 'giuste'. Un perfetto punteggio in un 'test oggettivo' significa una perfetta banalizzazione = lo studente è perfettamente prevedibile e può essere ammesso nella società.
Un terapeuta che dimentica il suo rapporto cibernetico al quadrato con l'orientato, banalizza il processo di cambiamento, può avere l'impressione di controllare unilateralmente il processo e mettersi ad esaltare una cosiddetta posizione 'oggettiva' o 'neutra'.
Riferendosi al comportamento del cliente come se si trattasse di una determinata categoria di comportamento, il terapeuta contribuisce a foggiare la realtà del 'carattere' della persona. Ciò trasforma l'incontro terapeutico in un rito di iniziazione e in un training su un certo modo di avere un determinato carattere. In un contesto del genere i terapeuti imparano l'arte di essere una perfetta categoria caratteriale.
Von Foerster: tuttavia non si può negare l'oggettività a favore della soggettività, se si nega una proposizione assurda il risultato è ancora una proposizione assurda -> soggettività e oggettività sono una coppia complementare.
In una prospettiva etica non ha senso chiedersi se siamo oggettivi o soggettivi, vale la pensa riconoscere il nesso tra osservatore e osservato e chiedersi come l'osservatore partecipa a ciò che osserva. Ricordando che ogni descrizione è rivelatrice delle peculiarità di chi osserva e rivela la sua epistemologia.
Si tratta di sostituire la nostra preoccupazione per l'oggettività con l'attenzione alla responsabilità.
Poiché ciascuno stabilisce determinati modi di punteggiare il mondo, è importante esaminare le intenzioni sottese alle nostre abitudini di punteggiatura. -> Le distinzioni che facciamo per conoscere il mondo scaturiscono da una base etica, né oggettiva, né soggettiva.
Autonomia. La cibernetica della cibernetica è un modo di considerare la chiusura organizzativa o autonomia dei sistemi.
Maturana e Varela, chiedendosi quale fosse l'organizzazione dei sistemi viventi, giunsero a considerare la percezione non come il prodotto di stimoli esterni, ma come un prodotto del sistema nervoso interno come circuito chiuso, in cui è assolutamente impossibile fare distinzione fra percezione e allucinazione.
Parlano di autopoiesi per definire il processo con cui i sistemi viventi mantengono e sviluppano la loro organizzazione .
Anche se un sistema autonomo ha un'organizzazione chiusa, possiamo interagire con la sua integrità, queste interazione sono per il sistema delle perturbazioni che in risposta compenserà o non compenserà e ciò che rimane stabile in questa compensazione è l'integrità del sistema. Quando parliamo di autonomia di un sistema dobbiamo considerare le nostre interazioni come 'perturbazioni' piuttosto che come 'input'.
Ciò detto per ricordarci che nessuna cosa facciamo nei confronti di un sistema autonomo riesce a penetrare dentro il sistema, ma che piuttosto interagiamo con la totalità del sistema. E' come dire che le nostre interazioni non influiscono su nessuna parte del sistema ma sulla sua organizzazione complessiva.
Varela: Il tutto è la chiusura organizzativa delle proprie parti.
Bateson: la mente è un sistema cibernetico: è un aggregato di parti in interazione con struttura a retroazione -> ovunque vi sia retroazione saranno evidenti le caratteristiche mentali.
Varela offre una formula basilare per vedere i due lati di una distinzione: la cosa/il processo che porta alla cosa, situazione olistica (totale, chiusa, completa, stabile, autosufficiente) / processo corrispondente (costituenti, generatori, dinamica).
Il rapporto fra i due lati è autoreferente, un lato e ri-ciclato dall'altro. Es:
Forma/processo
Territorio/mappa
Descrivente/descritto
Soggetto/oggetto
Contesto/azione semplice
Tutto/parti
Ricorsivo/lineale
Autonomia/controllo
Stabilità/cambiamento
Organizzazione/struttura
Pleroma/creatura
Essere/divenire
Cibernetica della cibernetica/cibernetica semplice
McCulloch: chiedere quale sia la funzione di una determinata cellula e come chiedere quale sia la funzione della seconda lettera di ogni parola della lingua inglese.
La descrizione cibernetica non suggerisce una semplice trasposizione di termini (famiglia per individuo, ricorsivo per lineale, evolutivo per omeostatico) ma si interessa principalmente del contesto in cui avvengono le distinzioni.
La descrizione cibernetica mantiene e provoca la consapevolezza dei sistemi organizzati ricorsivamente. Non possiamo e non dobbiamo smettere di fare distinzioni, ma possiamo usare una dialettica che renda continuamente manifesti entrambi i lati delle nostre distinzioni.
Wittgenstein: etica ed estetica appartengono allo stesso ambito. Ciò che percepiamo dipende dal modo in cui ci comportiamo, e il modo in cui ci comportiamo dipende dalle restrizioni di ciò che percepiamo -> l'osservatore è nell'osservato, il conoscitore in ciò che è conosciuto.
I sintomi: contribuiscono al raggiungimento della stabilità attraverso il cambiamento, sono una specie di 'identicità' in escalation, sono indicativi dello sforzo che un sistema sta compiendo per massimizzare o minimizzare un particolare comportamento o esperienza.
Salute e patologia sono i lati di una complementarietà cibernetica, la patologia è un'aprossiamazione o una parte di un tutto più vasto chiamato 'salute' (Tsuda).
Purtroppo si è sprecato un sacco di tempo per cercare di descrivere bit di azione ritenuti cattivi, folli o malati, questa messa a fuoco rappresenta solo una metà di un sistema di relazioni.
Costruendo una struttura lineale tendiamo a massimizzare o minimizzare le variabili del nostro mondo, ciò porta al frazionamento ecologico e alla patologia.
Bateson:
• Apprendimento 0, in cui le connessioni causali tra stimolo e risposta sono 'saldate', risposte determinate unicamente dalla genetica o talmente automatiche da non consentire nessuna correzione.
• Apprendimento 1, situazione in cui le scelte rientrano in un determinato insieme di alternative comportamentali. Si cambia la specificità della risposta.
• Apprendimento 2: di un particolare contesto di apprendimento, significa organizzare la propria azione come parte di uno specifico contesto, es: il cane impara che è impegnato in una relazione strumentale con l'istruttore. Questo apprendimento non nasce dal raffrontare alternative di comportamento, ma da raffronti di varie occasioni di apprendimento, si impara ad imparare, ciò che viene appreso è come punteggiare gli eventi. La principale fonte di errore non è la risposta specifica, ma il contesto punteggiato, occorre imparare una punteggiatura diversa, il che rende necessario il rinforzo di differenti punteggiature-contesti, magari introducendo di quando in quando una ricompensa a caso (Bateson e i delfini) per non creare psicosi (cane che 'differenziava' cerchi ed ellissi con Pavlov).
• Apprendimento 3: un cambiamento correttivo del sistema degli insiemi di alternative tra le quali si effettua una scelta, un cambiamento delle premesse sottese a un intero sistema di abitudini di punteggiatura, un cambio di epistemologia.
I livelli di apprendimento più elevati sono inconsci, tanto più una premessa è fondamentale tanto meno è accessibile alla coscienza; incorporano premesse di relazione che non specificano alcun lato di una distinzione.
Se non siamo consapevoli di una premessa significa che non la distinguiamo da uno sfondo, che attraverso di essa specifichiamo una relazione che agiamo in automatico.
Per dare fondamento estetico agli interventi per il cambiamento occorre che la tecnica sia adeguatamente accoppiata ad ordini più elevati di processo mentale, ossia a livelli mentali inconsci.
La patologia insorge quando i livelli mentali inconsci e consci non sono collegati ricorsivamente come parti di una retroazione autocorrettiva.
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