Convivialita e strumenti, alla Illic


E’ conviviale la società in cui gli strumenti siano utilizzabili per realizzare le proprie intenzioni, e non riservati a specialisti che li tengono sotto il proprio controllo.

La convivialià non si basa su regole da applicare meccanicamente ma sui divieti delle condizioni che la renderebbero impossibile perché limitano la libertà, la sopravvivenza, l’equità e l’autonomia creatrice delle persone.

Lo strumento da servitore diventa despota quando supera una certa soglia che trasforma la società umana in scuola, ospedale, prigione.
Mentre lo strumento razionale genera efficienza senza degradare l’autonomia personale propria o altrui.

L’uomo ha bisogno di strumenti con cui lavorare, non che lavorino al suo posto.

Ognuno di noi si definisce nel rapporto con gli altri e con l’ambiente e per la struttura di fondo degli strumenti che utilizza.
Se padroneggio lo strumento conferisco un significato al mondo, se invece ne sono dominato la sua struttura plasma la rappresentazione che ho di me stesso.

Cosa fare per individuare i mezzi tramutati in fini?
- riconoscere le conseguenze dello strumento senza lasciarsi incantare dalle sue intenzioni
- smettere di misurare il benessere in denaro.
- riconoscere cosa ci incatena e ci assuefà
- reindirizzare la critica sociale dalla cattiva gestione (o corruzione, o ritardo tecnologico, o insufficiente ricerca) alla critica della struttura dello strumento che determina una crescente carenza generale