Effetto Placebo ed emozioni

Appunti da "La realtà incantata" di Fabrizio Benedetti

L’immagine mostra un esempio visivo di condizionamento contestuale.

L’effetto placebo è un buon esempio di condizionamento contestuale: mostra bene come il significato di quello che percepiamo, la nostra emozione, dipende da come interpretiamo le circostanze.*

Ecco alcuni esempi di come l’effetto placebo (nella diminuzione del dolore in media 30%) dipenda da come interpretiamo le circostanze:
- l'effetto è molto più pronunciato in ospedale rispetto a casa
- le iniezioni fanno più effetto delle sostanze per bocca
- le endovenose fanno più effetto delle muscolari
- pillole simili all'aspirina producono un effetto maggiore rispetto a pillole di altre forme e colori

L'effetto placebo è determinato da:
riduzione dell'ansia, che gioca un ruolo fondamentale nella percezione del dolore
nostra 'teoria cognitiva', la nostra personale interpretazione del mondo e del rapporto causa-effetto
condizionamento classico, l’ abitudine ad associare, es: ad un determinato colore associare la scomparsa del dolore

La forma** dell’effetto placebo si ritrova universalmente:
- Struttura: l'oggetto placebo
- Relazione: la convinzione/aspettativa del rapporto causa effetto
- Processo: l'effetto.

Ecco alcuni esempi:

Arte: musica perfettamente uguale ascoltata dalla stessa persona può produrre sensazioni diverse se viene cambiato il contesto, se viene abbinata a convinzioni differenti.

Prima pagina dei giornali: leggere articoli di giornale dattiloscritti su pagine sparse è significativamente diverso dal leggerli nel contesto dell’impaginazione del giornale.

Televisione: un film trasmesso da una rete locale suscita meno interesse che se messo in onda da una rete nazionale, il film viene assaporato con più gusto se abbinato alla potenza economica (considerata sintomo di qualità) di una grande emitente.

Fenomeni di massa: quante più persone sono coinvolte quanto più l'effetto si rafforza; una volta che l'effetto placebo si è propagato a una massa critica di individui avviene una vera e propria esplosione (“se l'hanno visto in 100 è sicuramente vero”).
Modelli: un personaggio appare più bello di quello che è quando gli si associa il concetto di bontà, raramente il cattivo viene preso come simbolo di bellezza. Spesso sovrapponiamo il giudizio di bellezza e quello di bontà. Es: è difficile valutare l'età apparente di una persona quando la si conosce bene.

Gare sportive: la differenza tra i premiati e i non premiati produce uno stato emotivo amplificato, la differenza di 2 centesimi di secondo è sproporzionata all’esaltazione.

Giudizio:
a) si associa un qualsiasi elemento positivo/negativo (es: che l'imputato sia amante degli animali, che sia vestito come piace a noi) che esula da ciò che si sta giudicando,
b) si tende a dare ragione alla persona che ha deposto per prima in quanto è riuscita a dare dell'altra un'immagine (es: imbroglione) della quale non ci sapremo liberare facilmente e sulla base della quale interpreteremo la sua testimonianza,
c) tendiamo a usare pesi più grossi per errori con conseguenze più gravi (es: il portiere che sbaglia a parare viene giudicato negativamente anche se quello è l'unico errore della partita).

Lingue: l'inglese è più adatto per le scoperte tecnologiche, gli attori/cantanti (le stesse cose dette con un accento dialettale fanno un altro effettto).

Feticci: oggetti minimi o disgustosi (es: camicia sudata dell'eroe) diventano bramati.

Clima: convinzione di essere dentro un evento climatico eccezionale.

Marca: induce la sensazione di caratteristiche migliori.


* come interpretiamo le circostanze dipende a sua volta dal contesto emotivo, in un alternarsi di concentriche cornici semantiche e politiche <=>.
** è la forma autopoietica da cui emerge l’emozione: dal definirsi reciproco di sensazioni fisiche e significato ad esse attribuito emerge l’emozione, contesto a se stessa.