Autoinganno: esercizio
Ti fideresti di un dietologo obeso e bulimico?
Quali bugie, quali miti dovresti raccontarti per fidarti di lui come dietologo?
Immagina che un dietologo obeso e bulimico voglia convincere se stesso e gli altri che la propria condizione sia gradevole, come e cosa dovrebbe recitare per tentare di rendersi credibile?
E tu, cosa dovresti impedirti di vedere per credere che lui stia bene o comunque meglio di te?
Come dovresti indirizzare la tua attenzione per riuscire ad auspicare per te la sua stessa obesità e bulimia?
Su cosa si fonderebbe la tua ammirazione o la tua invidia per lui?
Se ti accorgessi che sottrae cibo ad altri, come faresti a continuare ad invidiarlo?
Che relazione imposteresti con lui affinchè lui possa continuare a recitare, insieme a te, che la sua condizione è auspicabile?
Se per caso ti capitasse di avere l’impressione che la sua condizione talvolta non sia così auspicabile, a che follie dovresti credere per considerarlo una vittima generosa?
Come faresti a non accorgerti della sofferenza e dei valori sprecati a causa della bulimia?
Quale cecità e quali credenze dovresti coltivare per riuscire a credere che lui è capace di guidarti verso la salute?
Attraverso quali contorsioni del pensiero riusciresti a giudicarti male fintanto che tu non fossi altrettanto ciccione e incapace di riconoscere per te un punto di sazietà?
E se infine tu perdessi stima per il suo comportamento e i suoi valori, e se tu non desiderassi più la sua bulimia e la sua ciccia, e non coltivassi più le credenze che ti servono per renderti cieco alla sua sofferenza, e se tu decidessi anche di non recitare più insieme a lui, visto che vuoi bene a te stesso e a lui non vuoi male, come faresti a continuare a lasciarti dirigere da lui?
Mi chiedo, e vi chiedo, qual è, su per giù, il livello di potere e di denaro che ipotizziamo possa saziare chiunque e oltre il quale cominciare a sospettare di bulimia chi ci dirige?
Mi chiedo, e vi chiedo, come facciamo a fidarci e lasciare autorità ad una persona che non riconosce per sé un punto di sazietà e che dunque continua ad accumulare più denaro e più potere di quanto non sappia godere e consumare armoniosamente?
In che modo riusciamo a credere che con la sua dirigenza raggiungeremo i nostri obiettivi?
A quali automatismi ci siamo lasciati addestrare? Cosa ce lo fa sopportare, e cosa ce lo fa addirittura sostenere?
Etichette:
esercizi ed attenzioni,
RISPONDETE A QUESTO