Timore e Ammirazione


Ammiravo la pianta così tanto, così tanto, che mi sono accorta di ammirarla tanto, e ho capito che è così che l’ammirazione senza oggetto finisce per diventare timore.

Di cosa? Timore di non potere sentire/dar spazio/ascoltare l’intera ammirazione: mi accorgo di non sapermi modificare per includerla tutta, e la sto sprecando!

Sto sprecando l’essere in cui in un diverso istante mi riconoscevo. Capisco che il timore di perdere quell’esperienza di me era il terrore egoico di perdermi.

Mi accorgo del terrore solo dopo, quando è diventato sopportabile timore di non cogliere quell’accorgermi mentre finisce di svanire.

E mentre il timore con timore svanisce, diventa la vergogna che c’è nel senso di abbandono.